In questo articolo parleremo di concetti Posturali e dell’importanza delle conoscenze di natura Fisioterapica e Riabilitativa nello sviluppo di un assetto Biomeccanico in bicicletta cosa troppo spesso sottovalutata dall’atleta.
Andremo a fare qualche esempio utile alla comprensione, tenendo sempre ben presente che il nostro corpo ha infinite chiavi di lettura e diverse reazioni agli stimoli che gli vengono trasmessi, per cui la finalità di questo articolo rimane uno stimolo al ragionamento personale.
Un corpo in equilibrio è in grado di stare bene e di rendere maggiormente rispetto ad un corpo in squilibrio, questo concetto apparentemente scontato viene spesso ignorato e troppo spesso sottovalutato…
L’attività ciclistica tende a creare dei vizi posturali ben precisi, basta pensare all’atteggiamento che assume il nostro rachide nel momento in cui ci posizioniamo in sella sulla bicicletta.
Non Possiamo pensare e pretendere di risolvere i nostri problemi fisici o di migliorare la nostra performance modificando l’assetto alla nostra bici senza prima aver valutato e analizzato se è il nostro corpo ad essere in assetto e privo di vizi posturali.
Le curve fisiologiche del rachide assumono atteggiamenti molto diversi durante la pratica ciclistica, passiamo dall’ortostatica con le tre curve fisiologiche (vedi figura 1) alla posizione in sella che vede spesso la curva lombare invertirsi e tendere alla cifosi (convessità posteriore) e la curva cervicale a rettilinizzarsi o addirittura andare in iper-lordosi. Ci troviamo quindi ogni volta che saliamo in bici ad affrontare due inversioni di curva. (figura 2)
Figura 2
Questo trasferimento dei carichi si trasforma in fastidio e dolore per il ciclista, il tutto enfatizzato dall’attività sportiva faticosa e prolungata diventa la causa delle maggiori problematiche dolorose.
Ciclisticamente parlando, le problematiche posturali possiamo identificarle e collocarle tra le limitanti della prestazione atletica, ogni blocco evidente nella struttura muscolo scheletrica limita l’espressione di forza nel gesto atletico specifico necessario al ciclista.
Una scarsa mobilità del bacino dovuta spesso a tensioni delle diverse catene muscolari, non permette una pedalata coordinata ed efficiente, un tratto lombare sofferente limita la capacità di spinta dell’arto inferiore, un piede con curve eccessivamente accentuate è soggetto a dolore e scarsa stabilità in spinta, uno squilibrio delle tensioni muscolari porta ad un sovraccarico tendineo e quindi limita l’espressione di forza e favorisce disfunzioni articolari.
Lo stress del rachide dovuto ad una errata rotazione del bacino in appoggio sulla sella comporta inevitabilmente un affaticamento o perlomeno un lavoro innaturale della colonna vertebrale, questo è spesso causato da una errata posizione in sella che di partenza non consente al nostro bacino di essere in posizione ottimale ma in antiversione o in retroversione, (figura 3) lo stress si concentra maggiormente nel tratto lombare e nel tratto cervicale con la tendenza nel lungo periodo ad ipercifotizzare il tratto dorsale.
La postura richiesta nel ciclismo è ben definita e quindi è necessario ricercare nel proprio rachide la mobilità sufficiente ad effettuare questo sport senza creare danni alla colonna. Per far questo è sufficiente ricercare l’elasticizzazione del rachide mediante esercizi di mobilizzazione. Il rinforzo cosciente della muscolatura a supporto del rachide aumenta la sua tutela sotto carico è quindi fondamentale per la salute della persona.
È corretta la seguente espressione: Buona condizione fisica = Buon settaggio della bicicletta.
Non esiste un solo settaggio ottimale, ma esiste il settaggio ottimale in base alle diverse caratteristiche fisiche/antropometriche e alle diverse esigenze richieste dalla specialità che andremo a praticare.
Possiamo tranquillamente affermare che la condizione posturale del ciclista va assecondata mediante l’impostazione di misure “provvisorie” spesso modificate parallelamente e durante il lavoro posturale, queste rimarranno pertanto fino alla diminuzione delle limitazioni evidenziate durante la visita Posturale attraverso Pedana Stabilometrica Zebris e Software di analisi Posturale Adidas 3D in grado di mostrarci sui 3 piani dello spazio il nostro corpo in 3D evidenziando rotazioni di Bacino e disfunzioni del Rachide; l’informazione della pedana stabilometrica ci mostrerà la distribuzione dei carichi sui nostri piedi la utilizzeremo anche per misurare il nostro appoggio Ischiatico e stabilire la giusta misura di sella da adottare in base alla misura scentifica rilevata della distanza della nostra base di appoggio ischiatico sulla sella.
La fase invernale per il ciclista si presenta quindi come un’ottima occasioni in cui inserire un controllo posturale ed un lavoro di rieducazione per trovare il giusto trofismo del tronco e la giusta elasticizzazzione del comparto muscolare degli arti inferiori. Dedicare del tempo al rinforzo della muscolatura del tronco è utile a stabilizzare il bacino e quindi evitare questo tipo di problematica, il tutto può essere aiutato ed ottimizzato da un attento lavoro di stretching della muscolatura degli arti inferiori.
Avere un tronco stabile migliora nettamente la prestazione e la salute del ciclista.
Conclusioni: come in ogni situazione la cosa migliore è andare per gradi e muoversi nella giusta direzione, affidatevi a coloro che hanno le giuste competenze a 360° e che possono consigliarvi la miglior soluzione per i vostri problemi. Concentriamoci sul nostro corpo, non pensiamo in termini assoluti alla performance spesso a discapito della nostra salute.
A cura di Riceputi Luca Centro Essere Cesena
Essere Bad School System