L’osteopatia nasce in America verso la metà dell’ottocento, epoca in cui il paese sta
cercando di affermarsi sulla scena mondiale.
Ogni anno i confini della civilizzazione si espandono e le città prendono il posto di zone
desertiche, c’è un miscuglio di differenti culture, persone con origini razziali enormemente
varie che lottano per avere un posto in questo mondo nuovo.
Questo è il mondo in cui nasce nel 1828 in Virginia il padre dell’osteopatia, Andrew Taylor
Still.
In quel periodo anche la medicina sta cercando di trovare la propria strada e si sta
spostando dalla concezione ortodossa che utilizzava vescicanti, purganti e salassi alla
visione alternativa della cura naturale come l’omeopatia e altre forme di guarigione
spirituale come l’ipnosi e simili.
Scoppia così nel 1861 la guerra civile americana, una vera e propria lotta per
l’indipendenza e Still si arruola nell’arma come chirurgo.
Rimane in guerra per 4 anni e durante questo periodo diviene consapevole
dell’inadeguatezza della medicina del tempo.
Tornato a casa deve affrontare un grosso trauma, la perdita di 3 figli per meningite spinale
e di una figlia per polmonite.
Ovviamente distrutto per il fatto che la medicina non sia stata in grado di salvare la sua
famiglia in aggiunta alle sofferenze vissute in guerra, inizia la propria ricerca personale per
comprendere meglio la salute e la malattia e trovare mezzi di guarigione più efficaci.
Esaminando i sistemi di guarigione dell’epoca e probabilmente con l’influenza di qualche
tribù indigena della zona inizia a formulare un approccio di cura che coinvolge la
guarigione magnetica ed il riposizionamento osseo definendo se stesso come un
“aggiusta-ossa fulmineo”.
Nei suoi primi scritti si vede l’influenza della filosofia della cura naturale con idee che si
rifanno ad Ippocrate, come l’idea che la “struttura e la funzione del corpo sono
intimamente correlate”.
Egli riconobbe l’abilità che il corpo possiede di guarire se stesso e intuì che la salute si
ottiene con la correzione di deviazioni anatomiche che interferiscono con la normale
fisiologia e lo scorrimento dei liquidi del corpo, in particolare del sangue arterioso (regola
dell’arteria suprema).
Egli promosse l’idea di una medicina preventiva ed il trattamento di tutto il corpo del
paziente, non solo della parte malata, per ripristinare un’unità ed un’integrità anatomica e
funzionale.
A.T.Still fu il primo a rendersi conto che era possibile attraverso l’uso sapiente delle mani
curare molte malattie con maggiore beneficio rispetto all’utilizzo di sostanze chimiche e di
alcune forme di chirurgia, ma fu John Martin Littlejohn che descrisse i Principi e ideò le
Tecniche che sono sopravvissute ad ogni test e sono rimaste con noi fino ai giorni nostri.
John Martin Littlejohn nacque a Glasgow in Scozia il 15 febbraio 1865, uomo dall’intelletto
fenomenale ma dalla salute cagionevole, infatti soffriva di emorragie alla gola persistenti.
Uno dei medici più prestigiosi dell’epoca gli dette sei mesi di vita e gli consigliò di emigrare
alla ricerca di un clima migliore, così nel 1892 navigò verso gli Stati Uniti.
Avendo sentito parlare di Still, Littlejohn andò a Kirksville per ricevere un trattamento da
lui.
Egli ripristinò il suo stato di salute e questo lo impressionò a tal punto da farlo trasferire
nella cittadina e intraprendere gli studi di osteopatia.
Lavorando in coppia con Still e usando una baracca come laboratorio, Littlejohn fece una
serie di esperimenti dai quali elaborò, con l’ausilio dell’osservazione clinica, le mappe
osteopatiche e fisiologiche che mostravano in maniera ulteriore la relazione tra struttura e
funzione.
Littlejohn guardava oltre lo scheletro fisico per vedere la funzione invisibile della fisiologia
e proprio in essa vedeva un livello più profondo di osteopatia che Still non aveva
riconosciuto.
Still diceva che “ Lo studente osteopatico deve ricordare che la sua prima lezione è
l’anatomia, la sua seconda lezione è l’anatomia e che tutte le sue lezioni devono essere
anatomia”.
Littlejohn sosteneva che “La fisiologia è il cancello attraverso cui l’immenso mondo
dell’osteopatia deve entrare”.
Ancora fu Littlejohn che osservò la dominanza fisiologica nell’equazione funzione/struttura
e l’importanza dell’inibizione e della stimolazione nella correlazione nervosa simpatica e
centrale.
Inoltre egli enfatizzò il ruolo svolto dalla vaso-motricità nel controllare la circolazione
vascolare.
Nel 1913 tornò in Inghilterra portando con sé l’osteopatia che poi venne diffusa in tutto il
vecchio continente.
Simone Scano Osteopata D.O.M.ROI